“L’anno 2013 il mese di gennaio il giorno 4 alle ore 11:35 in struttura carceraria che si omette di indicare per ragioni di sicurezza, avanti al sottoscritto sostituto Procuratore della Repubblica dottor Giuseppe Fici, è comparso Di Gati Maurizio, nato a Racalmuto (AG) il 7 ottobre 1966, in atto detenuto, assistito dall’avvocato Saverio Stellari del Foro di Milano, presente”.
Comincia così un verbale del 2013, appena ieri, della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Il documento è contenuto nel calderone di atti giudiziari utilizzati contro l’ex senatore ed ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano che si vuole mandare a processo per pretesi fatti molto gravi.
Di Sodano sappiamo già tutto. Ma gli interrogatori, tutti recenti, con ri-chiamata dei collaboratori di giustizia, hanno puntato l’attenzione non solo sull’ex primo cittadino di Agrigento. L’attenzione dei Pm si è soffermata su alcuni imprenditori agrigentini, tutti quelli usciti indenni da indagini antimafia. Ed hanno chiesto nuovamente ai pentiti Angelo Siino, i fratelli Di Gati, Maurizio e Beniamino, Giovanni Brusca, Luigi Putrone, Ignazio Gagliardo, Pasquale Salemi, Giuseppe Sardino, Calogero Rizzuto, Franco Cacciatore, Alfonso Falzone che delle dinamiche mafiose agrigentine hanno o avrebbero saputo più di un particolare. Il resto della storia, alquanto delicata, nell’edizione 42 in edicolòa domattina di Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo che punta inoltre su una efficace inchiesta che riguarda proprio i collaboratori di giustizia che hanno reso vulnerabili le cosche sia mafiose che stiddare. Questa settimana i riflettori sono puntati su Gioacchino Schembri e nuovamente su Leonardo Messina. La consueta intervistona di Diego Romeo al consigliere comunale Vassallo, il pezzo sull’Ajragas di Peppe Castaldo, gli articoli di Maristella Panepinto, Enzo Alessi, Rogwero Fiorentino e Nello Hamel completano il giornale.
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La Dda riapre le indagine su gli imprenditori usciti indenni da inchieste antimafia
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