Lupara bianca: Paola Casali, che oggi avrebbe dovuto compiere 52 anni, scomparsa da Licata il 20 febbraio del 2011 potrebbe essere “incappata” nella persona sbagliata. Un caso “passionale” che sarebbe sfociato in una vera e propria esecuzione, in stile mafioso. Sono queste le conclusioni investigative dei militari dell’arma dei carabinieri, che hanno cercato di capire che fine abbia fatto Paola Casali, originaria di Licata ma residente in provincia di Milano, dove vivono le sue figlie, Marika ed Elena Masia. Ed è proprio sulla denuncia presentata dalle ragazze, che non si danno pace per la mancanza di notizie sulla scomparsa della loro madre, che i carabinieri di Milano hanno avviato le indagini. Inizialmente si era pensato ad un allontanamento volontario, ma col passare del tempo gli investigatori si sono sempre più convinti che c’era dell’altro. Le indagini sono state quindi affidate alla compagnia carabinieri di Licata e coordinate dal luogotenente Salvatore Manuello. I militari hanno eseguito tutti i riscontri ed hanno depositato una lunghissima, dettagliata ed articolata relazione alla Procura della Repubblica di Agrigento, già un anno e mezzo fa. La delicatezza e la complessità della vicenda impongono cautele e il sostituto procuratore, Santo Fornasier, sta ultimando le valutazioni giudiziarie e indursi a chiedere al Gip, se ne ricorrono i presupposti, l’eventuale emissione di provvedimenti cautelari. Per i carabinieri, dopo laboriose investigazioni, non è stato difficile capire chi possa aver architettato tutta l’azione criminale ed hanno messo tutto nero su bianco: lupara bianca.
Il resto della storia, a firma Paolo Picone, è pubblicato da Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo nell’edizione 41 in edicola domani.
Il settimanale, continuando l’inchiesta sui collaboratori di giustizia che hanno decapitato mafia e stidda in provincia di Agrigento, domani pubblica biografia e gesta, a firma Elisa Verga, di Leonardo “Narduzzu” Messina, il pentito di San Cataldo che prima di ogni altro ha svelato i segreti di mafia e stidda agrigentina. L’Akragas in vista della trasferta di Sorrento viene raccontata da Giuseppe Castaldo.
Poi, un’altra vicenda emblematica: Giuseppe Arnone, con una nota affidata ai mass media ha comunicato di aver denunciato penalmente il governatore Rosario Crocetta, il senatore Beppe Lumia, il commissario Irsap Alfonso Cicero e l’avvocato Antonio Fiumefreddo. Secondo Arnone i quattro avrebbero messo in moto un meccanismo perverso tendente a favorire, attraverso incarichi ben retribuiti, loro amici. Peccato che proprio Arnone,( tralasciando di soffermarci su come lisciava il pelo a Lumia e Crocetta per ottenere una candidatura alle regionali di qualche anno fa) nel maggio scorso, aveva aspramente “rimproverato”, con missiva minacciosa, Alfonso Cicero (che pur l’aveva chiamato a far parte del nucleo di valutazione del Consorzio Asi di Enna) “reo” di non aver affidato un incarico al fratello dell’ex ambientalista. Insomma, una storia indecente che Attila racconta da par suo.
Ed ancora: si profila una beffa per il Comune di Agrigento che in tema di assistenza agli extracomunitari ancora oggi non ha ricevuto i contributi regionali (solo una minima parte) facendo così ricadere i costi della … solidarietà ai contribuenti agrigentini. Tutto questo, e non solo, in Grandangolo in edicola domani.
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L’amara storia di Paola Casali scomparsa a Licata nel 2011, investigatori: è lupara bianca
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