Grandangolo 1 del 10 gennaio 2015
La notizia è passata quasi inosservata.
Scacciata via con una semplice scrollata di spalle.
Eppure due importanti esponenti delle istituzioni hanno detto la stessa cosa e lanciato un allarme ben preciso che non lascia spazio a dubbi: occorre la collaborazione della gente per frenare un fenomeno sempre più preoccupante che è quello del pagamento del pizzo.
Sia il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede che il comandante del Gruppo carabinieri di Agrigento, Mario Mettifogo, sono stati chiarissimi.
“Vogliamo lavorare per cambiare le cose – ha detto Nicola Diomede – ma per farlo serve l’aiuto del cittadino. Le porte delle caserme sono aperte. Aiutateci ad indirizzare la nostra azione per estirpare i mali di questa terra”.
L’ufficiale dei carabinieri è stato particolarmente efficace: “Sono qui da poco tempo e noto che il pizzo viene pagato e non c’è collaborazione. Aiutateci a servirvi. Segnalateci tutto anche in maniera informale”.
E su questa frase Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo (che viene stampato con un post sulla testata “Nous sommes tous Charlie”) – ha voluto concentrare l’attenzione e puntare la sua apertura nell’edizione numero 1 in edicola domani.
Da questa frase, pronunciata da un carabiniere lombardo di nascita, piemontese (soprattutto) per servizio, questo giornale pone l’accento su una tematica che è questa: da che parte stiamo?
Se il colonnello Mettifogo in pochi mesi di comando ad Agrigento la prima cosa che ha capito, forte del suo osservatorio privilegiato, è che il pizzo viene pagato e nessuno denuncia, vuol dire che siamo messi proprio male.
Ed allora bisogna fare uno sforzo per non vanificare il lavoro, soprattutto psicologico, culturale e giudiziario, svolto in questi ultimi anni che ha dato risultati davvero importanti.
Ribadiamo il concetto: da che parte stiamo? Siamo con i rackettari di Cosa nostra e della Stidda o siamo accanto lo Stato?
L’articolo completo è sul giornale di domani che si occupa tra le altre cose del big-match tra Akragas ed Agropoli con un articolo di Giuseppe Castaldo; della nomina a cardinale di don Francesco Montenegro con articoli diversi; del caso università di Agrigento e delle prossime elezioni amministrative.